Il vero valore del Web

29 Gen 2019 - Tag: ,

Il vero valore del Web

Chi ha progettato Internet — nei lontani anni 60 — pensava certamente a una rete assolutamente nuova dal punto di vista tecnologico (per la prima volta potevano “parlarsi” computer di diversi produttori e basati su software incompatibili fra loro), ma aveva anche ben chiaro l’impatto che la Rete avrebbe avuto nel migliorare la comunicazione tra le persone. I collegamenti fra le macchine hanno favorito ben presto il crearsi di gruppi (i forum online) che condividevano interessi, opinioni, problemi, e che potevano anche trovarsi ai due estremi opposti del mondo. Erano le “comunità virtuali”, per usare la fortunata definizione del giornalista americano Howard Rheingold (che era anche il titolo di un suo libro del 1993), dove la virtualità non impediva il crearsi di relazioni molto intense e di un profondo senso di condivisione, che a chi non l’aveva sperimentato di persona risultava perlopiù incomprensibile. Con il tema del messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali 2019 — “Siamo membra gli uni degli altri. Dalle community alle comunità” — Papa Francesco ci sta chiedendo di riscoprire la vera anima del Web, che oggi spesso sembra sopita. Le logiche commerciali, che impongono di catturare e gestire nel modo più minuzioso e preciso possibile l’attenzione degli utenti per proporre pubblicità e merci, hanno trasfigurato la Rete, rendendola in molti casi soltanto un palcoscenico sul quale esibire un’immagine artefatta di noi stessi allo scopo di ricevere like e commenti positivi. In questo modo, però, gradualmente le relazioni hanno perso di autenticità. Sul Web più che altrove assistiamo a una vera propria corrosione della fiducia, in cui i cosiddetti “amici” sempre più spesso hanno in realtà un secondo fine, in genere quello di venderci qualcosa. Il Papa ci invita ora a “bonificare” l’ambiente della Rete, valorizzando e proteggendo proprio la credibilità e l’affidabilità delle relazioni, che è il vero patrimonio del Web. Ognuno di noi può cominciare a farlo nella porzione di Web in cui si trova. Ma sarà poi necessario che tutti — non solo gli utenti, ma anche i big della Rete e le aziende di telecomunicazioni — ricomincino a sentirsi davvero responsabili del “bene comune” costituito dalle sane relazioni online. Ne va, oggi, anche della nostra umanità.

 

Qui lo trovate su medium.com (link qui)

 

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Chi ha progettato Internet — nei lontani anni 60 — pensava certamente a una rete assolutamente nuova dal punto di vista tecnologico (per la prima volta potevano “parlarsi” computer di diversi produttori e basati su software incompatibili fra loro), ma aveva anche ben chiaro l’impatto che la Rete avrebbe avuto nel migliorare la comunicazione tra le persone. I collegamenti fra le macchine hanno favorito ben presto il crearsi di gruppi (i forum online) che condividevano interessi, opinioni, problemi, e che potevano anche trovarsi ai due estremi opposti del mondo. Erano le “comunità virtuali”, per usare la fortunata definizione del giornalista americano Howard Rheingold (che era anche il titolo di un suo libro del 1993), dove la virtualità non impediva il crearsi di relazioni molto intense e di un profondo senso di condivisione, che a chi non l’aveva sperimentato di persona risultava perlopiù incomprensibile. Con il tema del messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali 2019 — “Siamo membra gli uni degli altri. Dalle community alle comunità” — Papa Francesco ci sta chiedendo di riscoprire la vera anima del Web, che oggi spesso sembra sopita. Le logiche commerciali, che impongono di catturare e gestire nel modo più minuzioso e preciso possibile l’attenzione degli utenti per proporre pubblicità e merci, hanno trasfigurato la Rete, rendendola in molti casi soltanto un palcoscenico sul quale esibire un’immagine artefatta di noi stessi allo scopo di ricevere like e commenti positivi. In questo modo, però, gradualmente le relazioni hanno perso di autenticità. Sul Web più che altrove assistiamo a una vera propria corrosione della fiducia, in cui i cosiddetti “amici” sempre più spesso hanno in realtà un secondo fine, in genere quello di venderci qualcosa. Il Papa ci invita ora a “bonificare” l’ambiente della Rete, valorizzando e proteggendo proprio la credibilità e l’affidabilità delle relazioni, che è il vero patrimonio del Web. Ognuno di noi può cominciare a farlo nella porzione di Web in cui si trova. Ma sarà poi necessario che tutti — non solo gli utenti, ma anche i big della Rete e le aziende di telecomunicazioni — ricomincino a sentirsi davvero responsabili del “bene comune” costituito dalle sane relazioni online. Ne va, oggi, anche della nostra umanità.

 

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