Su social e minori: è il momento delle scelte forti

11 Ott 2025 - Tag: , ,

Su social e minori: è il momento delle scelte forti
Foto di Adem AY su Unsplash

L’annuncio della premier danese Mette Frederiksen di proporre il divieto di alcuni social media per i minori di 15 anni è l’ultimo in ordine di tempo di una serie di provvedimenti che in varie parti del mondo cercano d’introdurre regole in un mercato più che mai florido, e quindi restio ad accettarle. Obiettivo comune di simili provvedimenti è il recupero di una gradualità di accesso ad alcuni servizi che non sono in alcun modo pensati per bambini e preadolescenti e che, come ha efficacemente sintetizzato Frederiksen, «stanno rubando l’infanzia ai nostri figli». Tra i motivi che hanno indotto la Danimarca ad annunciare la decisione c’è poi l’influsso negativo – ormai documentato da una mole crescente di autorevoli ricerche – sulle capacità di concentrazione, oltre alla correlazione con l’aumento di ansia e depressione tra gli adolescenti. Nella stessa direzione va un provvedimento approvato lo scorso anno in Francia, che stabilisce il divieto di accesso ai social sotto i 15 anni, ma che non ha ancora avuto attuazione per la difficoltà di stabilire un metodo adeguato di verifica dell’età in grado di salvaguardare la privacy…. Qualunque sarà l’iter di queste proposte, il segnale è ormai chiaro. E arriva dalla società civile, dalle migliaia di genitori che ogni giorno, nelle trincee della vita quotidiana, si sentono impotenti di fronte a strumenti che colonizzano la mente e il cuore dei propri figli e faticano a imporre regole, spesso perché sono i soli a farlo in un ambiente che invece sembra andare in una direzione totalmente opposta. E mentre si moltiplicano le iniziative spontanee di tante famiglie che si alleano per accordarsi sul rispetto di alcuni principi di base dell’educazione digitale – primo fra tutti l’età di arrivo del primo smartphone, che dovrebbe essere dai 13 anni in su –, con esse si diffonde una maggiore consapevolezza della reale posta in gioco oggi nel nostro rapporto con la tecnologia

Leggi l’articolo completo su avvenire.it a questo link

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L’annuncio della premier danese Mette Frederiksen di proporre il divieto di alcuni social media per i minori di 15 anni è l’ultimo in ordine di tempo di una serie di provvedimenti che in varie parti del mondo cercano d’introdurre regole in un mercato più che mai florido, e quindi restio ad accettarle. Obiettivo comune di simili provvedimenti è il recupero di una gradualità di accesso ad alcuni servizi che non sono in alcun modo pensati per bambini e preadolescenti e che, come ha efficacemente sintetizzato Frederiksen, «stanno rubando l’infanzia ai nostri figli». Tra i motivi che hanno indotto la Danimarca ad annunciare la decisione c’è poi l’influsso negativo – ormai documentato da una mole crescente di autorevoli ricerche – sulle capacità di concentrazione, oltre alla correlazione con l’aumento di ansia e depressione tra gli adolescenti. Nella stessa direzione va un provvedimento approvato lo scorso anno in Francia, che stabilisce il divieto di accesso ai social sotto i 15 anni, ma che non ha ancora avuto attuazione per la difficoltà di stabilire un metodo adeguato di verifica dell’età in grado di salvaguardare la privacy…. Qualunque sarà l’iter di queste proposte, il segnale è ormai chiaro. E arriva dalla società civile, dalle migliaia di genitori che ogni giorno, nelle trincee della vita quotidiana, si sentono impotenti di fronte a strumenti che colonizzano la mente e il cuore dei propri figli e faticano a imporre regole, spesso perché sono i soli a farlo in un ambiente che invece sembra andare in una direzione totalmente opposta. E mentre si moltiplicano le iniziative spontanee di tante famiglie che si alleano per accordarsi sul rispetto di alcuni principi di base dell’educazione digitale – primo fra tutti l’età di arrivo del primo smartphone, che dovrebbe essere dai 13 anni in su –, con esse si diffonde una maggiore consapevolezza della reale posta in gioco oggi nel nostro rapporto con la tecnologia

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